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La città di Benevento

UN PICCOLO SGUARDO ALLA NOSTRA CITTÀ

Approfitta del soggiorno da noi offerto per gustare la bellezza e la storia che la città di Benevento ha da offrire.

Centro storico di Benevento

Il centro storico

Una città ricca di storia e leggende

Il centro storico di Benevento è il cuore della città che vive le sue storie, tramandandole per genereazioni. Di origine medievale, il centro storico ha saputo mantenere la bellezza autentica del periodo storico maggiormente affascinante e misterioso.

Un tratto peculiare della città sono i vicoli stretti e bui, che con la loro atmosfera tetra rispecchiano alla perfezione quelle che sono le leggende e i racconti legati alle streghe di Benevento. I vicoli non sono l’unico punto di interesse, all’interno del centro potrai trovare anche:

Centro storico di Benevento

Il centro storico

Una città ricca di storia e leggende

Il centro storico di Benevento è il cuore della città che vive le sue storie, tramandandole per genereazioni. Di origine medievale, il centro storico ha saputo mantenere la bellezza autentica del periodo storico maggiormente affascinante e misterioso.

Un tratto peculiare della città sono i vicoli stretti e bui, che con la loro atmosfera tetra rispecchiano alla perfezione quelle che sono le leggende e i racconti legati alle streghe di Benevento. I vicoli non sono l’unico punto di interesse, all’interno del centro potrai trovare anche:

Arco di Traiano (114 d.C.)

Un capolavoro dell’architettura classica

L’arco di Traiano è un’opera unica al mondo. Simbolo di Benevento, rappresenta una testimonianza ben conservata della civiltà romana. Per la sua edificazione si indica la data del 114 d.c. Venne costruito per celebrare la figura dell’imperatore Traiano in occasione dell’inaugurazione della via Appia, strada che collegava Roma a Brindisi. Per la sua grandezza, venne nei secoli chiamato “Porta Aurea”.

La ricca decorazione scultoria mostra temi diversi su ogni facciata: quella interna, che guarda alla città e ai cittadini, si rivolge alla pace e alla provvidenza mentre quella esterna che guarda alle province si riferisce alla guerra e alle provvidenze dell’imperatore. L’attico presenta un’iscrizione dedicatoria centrale e due pannelli a bassorilievo: quello esterno conteneva due raffigurazioni, quella a sinistra era un omaggio alle Divinità agresti mentre quella a destra la Deduzione di Colonie provinciali. Il pannello sul lato interno anch’esso contenente due raffigurazioni, presentava a sinistra Traiano accolto dalla Triade capitolina e a destra Traiano nel Foro Boario.

Arco di Traiano

Arco di Traiano (114 d.C.)

L’arco di Traiano è un’opera unica al mondo. Simbolo di Benevento, rappresenta una testimonianza ben conservata della civiltà romana. Per la sua edificazione si indica la data del 114 d.c. Venne costruito per celebrare la figura dell’imperatore Traiano in occasione dell’inaugurazione della via Appia, strada che collegava Roma a Brindisi. Per la sua grandezza, venne nei secoli chiamato “Porta Aurea”.

L’arco si presenta composto da un solo fornice alto 15,60 m e largo 8,60 m. Su ogni facciata troviamo quattro semicolonne, disposte agli angoli dei piloni, che sorreggono una trabeazione. Oltre le architravi vi è un attico, che sporge nella parte centrale sopra il fornice, e che presenta all’interno uno spazio coperto da una volta a botte. È costruito in blocchi di pietra calcarea, rivestiti da opus quadratum in blocchi di marmo pario.

La ricca decorazione scultoria mostra temi diversi su ogni facciata: quella interna, che guarda alla città e ai cittadini, si rivolge alla pace e alla provvidenza mentre quella esterna che guarda alle province si riferisce alla guerra e alle provvidenze dell’imperatore. L’attico presenta un’iscrizione dedicatoria centrale e due pannelli a bassorilievo: quello esterno conteneva due raffigurazioni, quella a sinistra era un omaggio alle Divinità agresti mentre quella a destra la Deduzione di Colonie provinciali. Il pannello sul lato interno anch’esso contenente due raffigurazioni, presentava a sinistra Traiano accolto dalla Triade capitolina e a destra Traiano nel Foro Boario.

Arco di Traiano
Chiesa di Santa Sofia

Chiesa di Santa Sofia (758 d.C.)

Testimonianza unica dell’architettura longobarda

A pochi passi dall’arco di Traiano c’è un altro pezzo di Benevento che impreziosisce il suo centro storico. La chiesa di Santa Sofia è pronta a raccontare le sue storie e le sue leggende.

Fù il Duca Longobardo Arechi II che nel 758 d.C. chiese di edificarla come cappella personale e santuario nazionale per la redenzione della propria anima e la salvezza del popolo longobardo. All’edificio religioso fu annesso un monastero, oggi sede del Museo del Sannio, con un chiostro ricostruito in età romanica, che reimpiega alcuni elementi originali longobardi.

La sua pianta esagonale e i pilastri creano giochi di luce ed ombra particolari ad ogni ora del giorno. Il campanile invece, è stato edificato nell’anno Mille, distaccato di qualche metro e posizionato sul lato sinistro.

L’interno della chiesa doveva essere completamente affrescato. Gli affreschi delle absidi rappresentano uno dei documenti più importanti, ma anche più controversi della pittura longobarda in Italia meridionale.

Chiesa di Santa Sofia

Chiesa di Santa Sofia (758 d.C.)

Testimonianza unica dell’architettura longobarda

A pochi passi dall’arco di Traiano c’è un altro pezzo di Benevento che impreziosisce il suo centro storico. La chiesa di Santa Sofia è pronta a raccontare le sue storie e le sue leggende.

Fù il Duca Longobardo Arechi II che nel 758 d.C. chiese di edificarla come cappella personale e santuario nazionale per la redenzione della propria anima e la salvezza del popolo longobardo. All’edificio religioso fu annesso un monastero, oggi sede del Museo del Sannio, con un chiostro ricostruito in età romanica, che reimpiega alcuni elementi originali longobardi.

La sua pianta esagonale e i pilastri creano giochi di luce ed ombra particolari ad ogni ora del giorno. Il campanile invece, è stato edificato nell’anno Mille, distaccato di qualche metro e posizionato sul lato sinistro.

L’interno della chiesa doveva essere completamente affrescato. Gli affreschi delle absidi rappresentano uno dei documenti più importanti, ma anche più controversi della pittura longobarda in Italia meridionale.

Rocca dei Rettori (871 d.C.)

Due architetture si fondono creando uno stile unico

La Rocca dei Rettori, conosciuta anche come Castello di Benevento o Castello di Manfredi, è un castello che si trova nella città di Benevento. Con la sua imponente costruzione, che ancora oggi vuole testimoniare la grandezza dei Romani in fusione con le popolazioni longobarde e sannite, sfoggia un architettura unica nel suo genere.

Venne fondato sul sito di un precedente palazzo fortificato longobardo, edificato dal duca Arechi II a partire dal 871 nel luogo detto “Piano di Corte”. Il palazzo sopravvisse anche dopo la fine del ducato di Benevento, ospitando nel tempo diversi pontefici, l’ultimo dei quali fu papa Gregorio X nel 1272, e in seguito era andato distrutto.

Nel 1321 papa Giovanni XII da Avignone incaricò il rettore pontificio della città, Guglielmo de Balaeto, della costruzione di una sede fortificata per i “Rettori”, che doveva essere edificata presso il monastero benedettino femminile di Santa Maria di Porta Somma, trasferendo le monache presso il monastero di San Pietro.

Al suo interno si potrà visitare il museo che raccoglie testimoniaze storiche di grande interesse, un modo per conoscere le vicende che hanno portato alla fortificazione di Benevento.

 

Rocca dei Rettori

Rocca dei Rettori (871 d.C.)

Due architetture si fondono creando uno stile unico

La Rocca dei Rettori, conosciuta anche come Castello di Benevento o Castello di Manfredi, è un castello che si trova nella città di Benevento. Con la sua imponente costruzione, che ancora oggi vuole testimoniare la grandezza dei Romani in fusione con le popolazioni longobarde e sannite, sfoggia un architettura unica nel suo genere.

Venne fondato sul sito di un precedente palazzo fortificato longobardo, edificato dal duca Arechi II a partire dal 871 nel luogo detto “Piano di Corte”. Il palazzo sopravvisse anche dopo la fine del ducato di Benevento, ospitando nel tempo diversi pontefici, l’ultimo dei quali fu papa Gregorio X nel 1272, e in seguito era andato distrutto.

Nel 1321 papa Giovanni XII da Avignone incaricò il rettore pontificio della città, Guglielmo de Balaeto, della costruzione di una sede fortificata per i “Rettori”, che doveva essere edificata presso il monastero benedettino femminile di Santa Maria di Porta Somma, trasferendo le monache presso il monastero di San Pietro.

Al suo interno si potrà visitare il museo che raccoglie testimoniaze storiche di grande interesse, un modo per conoscere le vicende che hanno portato alla fortificazione di Benevento.

 

Rocca dei Rettori
Museo del Sannio

Museo del Sannio (1873)

Una delle collezioni museali più varie

La collezione museale è delle più varie, e rappresenta un fulgido esempio di musealizzazione territoriale di tipo tradizionale, ovvero una collezione che si è costituita nel tempo, mediante una serie di donazioni, acquisti e affidamenti da tutto il territorio.

Il museo raccoglie testimonianze storiche che partono dal periodo sannitico e romano, passando per l’età longobarda, quindi spaziando dal ‘400 all’800, fino ad opere dei più importanti artisti del ‘900 nazionale. Gli oltre 50.000 reperti coprono un ampio arco cronologico dalla preistoria ai giorni nostri, grazie ai quali è possibile fare esperienza della costruzione del gusto e della coscienza del patrimonio culturale nei secoli.

Il percorso si sviluppa sui due piani del complesso monumentale di Santa Sofia e in alcuni ambienti dello storico Palazzo Casiello, secondo una sequenza cronologica. Appartiene al nucleo museale il Chiostro romanico del XII secolo che, insieme alla chiesa di Santa Sofia, fa parte dal 2011 del sito seriale UNESCO “Longobardi in Italia: i luoghi del potere”.

L’esposizione comprende:

Museo del Sannio

Museo del Sannio (1873)

Una delle collezioni museali più varie

La collezione museale è delle più varie, e rappresenta un fulgido esempio di musealizzazione territoriale di tipo tradizionale, ovvero una collezione che si è costituita nel tempo, mediante una serie di donazioni, acquisti e affidamenti da tutto il territorio.

Il museo raccoglie testimonianze storiche che partono dal periodo sannitico e romano, passando per l’età longobarda, quindi spaziando dal ‘400 all’800, fino ad opere dei più importanti artisti del ‘900 nazionale. Gli oltre 50.000 reperti coprono un ampio arco cronologico dalla preistoria ai giorni nostri, grazie ai quali è possibile fare esperienza della costruzione del gusto e della coscienza del patrimonio culturale nei secoli.

Il percorso si sviluppa sui due piani del complesso monumentale di Santa Sofia e in alcuni ambienti dello storico Palazzo Casiello, secondo una sequenza cronologica. Appartiene al nucleo museale il Chiostro romanico del XII secolo che, insieme alla chiesa di Santa Sofia, fa parte dal 2011 del sito seriale UNESCO “Longobardi in Italia: i luoghi del potere”.

L’esposizione comprende:

Teatro Romano

Un pezzo di storia dell’antica roma

Nel II secolo, durante il regno dell’imperatore Adriano, fu costruito il Teatro Romano di Benevento, inaugurato nel 126 d. C. Con il suo diametro grandioso di 90 m, in origine poteva contenere fino a quindicimila persone.

Fu riportato alla luce intorno al 1920. E’ tra i teatri antichi, uno dei meglio conservati ed uno dei più grandi e più belli. All’esterno, 25 arcate su tre ordini (oggi solo uno è stato conservato) davano accesso alla zona interna, attraverso scale e corridoi. Il viale d’ingresso era decorato con delle grandi maschere, simili a quelle usate dai teatranti dell’epoca.

Teatro romano

Teatro romano

Un pezzo di storia dell’antica roma

Nel II secolo, durante il regno dell’imperatore Adriano, fu costruito il Teatro Romano di Benevento, inaugurato nel 126 d. C. Con il suo diametro grandioso di 90 m, in origine poteva contenere fino a quindicimila persone.

Fu riportato alla luce intorno al 1920. E’ tra i teatri antichi, uno dei meglio conservati ed uno dei più grandi e più belli. All’esterno, 25 arcate su tre ordini (oggi solo uno è stato conservato) davano accesso alla zona interna, attraverso scale e corridoi. Il viale d’ingresso era decorato con delle grandi maschere, simili a quelle usate dai teatranti dell’epoca.

Teatro romano
Complesso monumentale di Sant'Ilario a Port'Aurea

Complesso monumentale di sant'Ilario a Port'Aurea (VI - VII secolo)

Testimonianza dell’architettura longobarda

Il nome del complesso, in passato utilizzata come chiesa, deriva dalla vicinanza all’Arco di Traiano, che nel medioevo, inserito nella cinta muraria, assunse il nome di Porta Aurea.

All’edificio della chiesa fu poi aggiunto un convento, di cui sono visibili alcuni resti; degne di nota sono le cisterne ed i pozzi per la captazione dell’acqua. Il primo documento che attesta la presenza della chiesa di Sant’Ilario e di un annesso monastero è del dicembre 1148. Oggi, il Complesso monumentale è stato adibito a Museo dell’Arco di Traiano con la possibilità anche d’usufruire gratuitamente di una visita guidata al parco archeologico, ed alla ex-chiesa altomedievale.

Complesso monumentale di Sant'Ilario a Port'Aurea

Complesso monumentale di sant'Ilario a Port'Aurea (VI - VII secolo)

Testimonianza dell’architettura longobarda

Il nome del complesso, in passato utilizzata come chiesa, deriva dalla vicinanza all’Arco di Traiano, che nel medioevo, inserito nella cinta muraria, assunse il nome di Porta Aurea.

All’edificio della chiesa fu poi aggiunto un convento, di cui sono visibili alcuni resti; degne di nota sono le cisterne ed i pozzi per la captazione dell’acqua. Il primo documento che attesta la presenza della chiesa di Sant’Ilario e di un annesso monastero è del dicembre 1148. Oggi, il Complesso monumentale è stato adibito a Museo dell’Arco di Traiano con la possibilità anche d’usufruire gratuitamente di una visita guidata al parco archeologico, ed alla ex-chiesa altomedievale.

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